Storia - L'Alambicco a legna




 L'Alambicco -  Rigos73


"L’alambicco consortile fu costruito nell’estate del 1976 nel locale a fianco del forno. 
Riutilizzando vecchi materiali provenienti da un secondo forno demolito negli anni Cinquanta, venne costruita la shóoudieŕë, cioè la caldaia circolare che accoglie l’aŕämbìc (o lambìc), l’alambicco.
Questo è un’anfora gigante di rame al cui interno viene posta la rappë (la vinaccia) ricoperta poi d’acqua, senza però esagerare nelle quantità: il vapore deve potersi sfogare donando così un aroma inconfondibile alla grappa. Perché fosse più facile portare fuori l’ ařämbic dove viene ricambiata la rappë di fine alambiccata con della nuova per la distillazione successiva, venne ideato e realizzato da Aventino Joannas un apparato composto da un carrello che scorre su una rotaia e da un argano manuale con un sistema di carrucole per permettere il sollevamento, il trasporto e lo svuotamento all’esterno dell’aŕämbìc in modo più agevole. Posto dunque l’aŕämbìc all’interno della shóoudieŕë, è necessario alimentare il fuoco per l’intera durata dell’alambiccata, circa sei ore, cercando di mantenerlo il più costante possibile. Il calore spingerà l’alcool nello shapitòou, sigillato al di sopra dell’aŕämbìc con la cenere impastata con acqua, e da qui passerà nel serpäntìn (la serpentina). Questa è un tubo di rame fatto a spirale dove l’alcool dallo stato aeriforme torna a quello liquido. Per favorire questo processo, il serpäntìn è stato posto in un bidone in cui viene fatta scorrere l’acqua introducendola dal fondo e facendola defluire dalla sommità. In questo modo, più l’acqua sarà in alto più sarà tiepida, perché a contatto con il primo tratto del serpäntìn in cui l’alcool è ancora vapore bollente, mentre più sarà in basso più sarà fredda, in quanto appena introdotta nel bidone; così facendo l’alcool ha tempo di liquefarsi più facilmente e soprattutto senza eccessivi sbalzi di temperatura. La grappa esce quindi dalla dusië du serpäntìn a filo, che deve essere sottile e a piombo, e viene raccolta nel peiŕô d’ařan (una sorta di bacinella di rame). Le prime gocce hanno un forte odore di mele, non aderiscono al paiolo e non fanno bollicine: questa è la têtë (la testa dell’alambiccata) e deve essere scartata perché contenente alcool metilico sostanza altamente tossica. Quando la grappa fa delle belle bollicine aderenti al peiŕô, allora questo è il coer
(il cuore), la grappa buona da tenere. Dopo tre o quattro ore, la grappa esce opaca e non fa più le bollicine, questa è la flêmë (la coda), anch’essa da scartare per essere riutilizzata nelle a lambiccate successive. Attualmente questo è l’ultimo alambicco a legna funzionante nell’Alta Valle di Susa, messo in funzione ogni anno, dopo la vendemmia, per circa una settimana." 

[Tratto da: Il Deveys - Le fontane, la chiesa, l'alambicco - Alberto Di Falco Joannas]

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